Cosa è il Crowdfunding

Il termine crowdfunding indica il processo con cui più persone (folla o crowd) conferiscono somme di denaro (funding), anche di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando siti internet (“piattaforme” o “portali”) e ricevendo talvolta in cambio una ricompensa.

Principali tipologie di crowdfunding

Il lending o peer-to-peer crowdfunding: Gli investitori possono prestare denaro attraverso Internet a persone fisiche (consumer) o imprese (business) a fronte di un interesse e del rimborso del capitale. Le attuali piattaforme attive nel settore sono quattro (tre in ambito consumer e una in ambito business di recente avvio) ma si annuncia l’arrivo di nuovi player.

Donation crowdfunding: Privati o enti (soprattutto fondazioni bancarie) donano importi per contribuire al finanziamento di un determinato progetto sociale\caritativo senza ricevere nessuna compensazione finanziaria o materiale

Rewards crowdfunding: Privati fanno una donazione ad un progetto o ad una impresa attendendosi di ricevere in cambio una ricompensa di natura non finanziaria come ad esempio beni o servizi in una fase successiva.

L’Equity Crowdfunding: è una tipologia di crowdfunding nella quale chiunque può investire in un’impresa che pubblica una campagna di raccolta fondi su un portale online specializzato (piattaforma di equity crowdfunding).

Se, al suo termine, l’obiettivo è raggiunto, gli investitori entrano nel capitale sociale (“equity”) della società.

L’Italia è il primo Paese ad essersi dotato di una disciplina specifica ed organica che è in vigore dal 2013.

Le norme sono state introdotte dal decreto legge n. 179/2012 (noto anche come “Decreto crescita bis”). L’equity crowdfunding è vigilato dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB) che ha adottato in materia un proprio regolamento (Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio tramite portali on-line di CONSOB – Adottato con delibera n. 18592 del 26 giugno 2013);

Solo le “Start-up innovative” e le “PMI innovative “potevano effettuare raccolta di capitale di rischio con operazioni di equity crowdfunding fino al 31/12/2016. La legge di bilancio 2017 ha esteso la possibilità di accedere all’equity crowdfunding a tutte le PMI.

Una volta effettuato l’investimento, se la raccolta si perfeziona (ossia se raccoglie entro la scadenza l’intero capitale richiesto di cui almeno il 5% da parte di un investitore professionale), si diventa soci a tutti gli effetti della società emittente senza ulteriori attività da effettuare.

In caso di mancato perfezionamento dell’offerta, così come nei casi di esercizio del diritto di recesso o del diritto di revoca, i fondi già versati tornano nella piena disponibilità degli investitori.

Portali di Equity crowdfunding

I portali forniscono agli investitori le informazioni sulle sulle singole offerte attraverso apposite schede (redatte secondo il modello standard allegato al Regolamento) che possono essere presentate anche con strumenti multimediali tramite immagini, video o “pitch” (le presentazioni, normalmente in formato Microsoft PowerPoint, con cui si descrivono l’azienda, la sua idea di business, le persone che la compongono e i piani che intendono perseguire con l’investimento cercato).

Proprio per il ruolo cruciale che svolgono, il legislatore ha ritenuto necessario garantire l’“affidabilità” e la “qualità” del servizio svolto dai portali, affidando la gestione degli stessi a due categorie di soggetti:

  • i soggetti autorizzati dalla Consob e iscritti in un apposito registro tenuto dalla medesima Autorità (sezione ordinaria);
  • le banche e alle imprese di investimento (SIM) già autorizzate alla prestazione di servizi di investimento (i c.d. “gestori di diritto”, annotati nella sezione speciale del registro tenuto dalla Consob).

I gestori iscritti nella sezione ordinaria non possono detenere somme di danaro di pertinenza degli investitori né eseguire direttamente gli ordini per la sottoscrizione degli strumenti finanziari offerti sui propri portali, dovendo a tal fine trasmetterli esclusivamente a banche o SIM.

Gli attuali portali di equity crowdfunding italiani possono essere distinti in tre diversi gruppi:

  1. soggetti già attivi nell’ambito dell’intermediazione e consulenza finanziaria;
  2. soggetti legati ad associazioni di categoria;
  3. società indipendenti, tipicamente fondate da professionisti attivi nel mondo della consulenza su business planning, finanza e startup

I portali per i propri servizi richiedono mediamente una percentuale sul capitale raccolto che varia dal 4% al 8%.

I portali possono essere inoltre classificati in funzione della loro specializzazione. La maggior parte di essi è di tipo ‘generalista’ nel senso che vengono considerate offerte da imprese di vari settori. Altri invece si collocano come portali ‘specializzati’.

I numeri dell’Equity Crowfounding in Italia                                                                            

(Fonte Politecnico di Milano www.osservatoriocrowdinvesting.it)

Le imprese che sono state protagoniste delle prime 47 campagne censite sono distribuite geograficamente sul territorio nazionale, di cui però la maggioranza è concentrata in Lombardia (con 16 imprese) seguita però da regioni del Centro (7 in Toscana, 5 in Lazio) e da un’isola (5 in Sardegna).

Il capitale di rischio raccolto dall’avvio della legge è pari a € 8.417.817

I portali autorizzati sono 17 di cui 1 gestore di diritto.

Le offerte pubblicate sono 81 di cui 36 chiuse con successo, 31 chiuse senza successo, e 31 chiuse senza successo, mentre 14 sono attualmente in fase di raccolta.

Considerazioni finali

L’Equity crowdfunding è ancora un fenomeno tutto da scoprire per le PMI italiane, innovative e non.

Negli USA ed in altri paesi europei, quali Inghilterra, Francia e Germania, il fenomeno è molto più diffuso, conosciuto ed utilizzato.

In Inghilterra il crowdfunding rappresenta il 15% del totale dei capitali ottenuti dalle imprese.

Nel 2016 in Inghilterra erano operative 177 piattaforme ed hanno erogato nel 2015 332 milioni di sterline, 77 portali in Francia con 50 milioni di euro erogati e 65 portali in Germania con erogazioni per 37,5 milioni.

In Italia, anche grazie alle ultime recentissime novità in tema di crowdfunding, si attende un fortissimo incremento del fenomeno nel 2017.

Si ritiene che nei prossimi anni molte società italiane si affacceranno nel mondo del crowdfunding e soprattutto nella versione Equity, anche grazie alla persistente difficoltà del mondo bancario a supportare le imprese con i tradizionali canali del credito. Da qui nasce la necessità di affidarsi a professionisti specificatamente preparati ed organizzati per questa nuova sfida al fianco delle imprese.

“La professionalità sta nel sapere come farlo, quando farlo, e nel farlo.”  Frank Tyger

Autori: Rag. Enrico Maria Baluardi  

Filippo Muzzolon